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Per saperne di più

Il sangue umano è un “prodotto naturale”, spontaneo, non riproducibile artificialmente, indispensabile alla vita. È anche una forma di energia rinnovabile ed è quindi possibile privarsi di una parte di esso senza avere danni, poiché l’organismo lo reintegra prontamente. Donare sangue volontariamente e con consapevolezza rappresenta un gesto importante: vuol dire, infatti, rendere concreta la propria disponibilità verso gli altri ed anche verso sé stessi, poiché così facendo si alimenta un” patrimonio” collettivo di cui ciascuno può usufruire al momento del bisogno. Donare sangue periodicamente garantisce al donatore un controllo costante del proprio stato di salute, attraverso le visite sanitarie e gli accurati esami di laboratorio. Il donatore ha così la possibilità di conoscere il proprio organismo e di vivere con maggiore tranquillità, sapendo che una buona diagnosi precoce gli eviterà l’aggravarsi di disturbi latenti. La tutela della salute del donatore è fondamentale. L’intervallo minimo di legge fra una donazione e la successiva (90 giorni) può essere prolungato, dal medico trasfusionista, in relazione alle condizioni individuali. Le donne in età fertile possono donare sangue al massimo due volte all’anno, non debbono farlo durante le mestruazioni o la gravidanza e per un anno dopo il parto. Per legge, inoltre, il lavoratore dipendente ha diritto ad una giornata di riposo ed alla corresponsione della normale retribuzione, in concomitanza con la donazione. Per essere donatore di sangue occorre avere buona salute e almeno 18 anni di età, pesare almeno Kg. 50, e non aver sofferto di malattie importanti (ad esempio affezioni cardiovascolari, ulcera gastroduodenale); in ogni caso il colloquio con il medico ed appositi esami di laboratorio verificheranno l’idoneità alla donazione. Tuttavia, in rapporto al grave rischio di trasmissione di malattie infettive, vi sono delle condizioni che impongono l’autoesclusione dalla donazione. Fermo restando l’aiuto del medico trasfusionista, vincolato dal segreto professionale, a chiarire e a valutare le specifiche situazioni, è doveroso autoescludersi per chi abbia nella storia personale:assunzione di droghe,  rapporti sessuali con persone sconosciute negli ultimi sei mesi (specie se non protetti), epatite o ittero, malattie veneree (cioè a trasmissione sessuale), positività per il test della sifilide, positività per il test AIDS, positività per il test dell’epatite B e C, rapporti sessuali con persone risultate positive ai predetti test.

Aferesi: la donazione del futuro

L'aferesi è una tecnica trasfusionale che mira alla raccolta delle singole componenti del sangue anziché del sangue intero. Il sangue è composto da una parte liquida (il plasma) e da una parte corpuscolata (globuli rossi o eritrociti, globuli bianchi o leucociti e piastrine). Il donatore, grazie all'aferesi, dona solo una singola componente ematica anziché il sangue intero. D’altronde, molti pazienti, data la natura della loro patologia, non hanno bisogno di essere trasfusi col sangue intero, ma necessitano solo di una determinata componente. Dal plasma si possono estrarre biomolecole come l'albumina, le gammaglobuline o i fattori della coagulazione utili a trattare patologie che non necessitano di ridondanti trasfusioni di sangue. La donazione tramite aferesi richiede tempi più lunghi rispetto alla donazione di sangue intero nonché l'utilizzo di macchinari complessi.